OPPOSTI
La mostra dei vincitori italiani della seconda edizione del Premio Shanghai
All'opening oltre 300 persone e il console Stefano Beltrame
Dal 18 aprile al 17 maggio 2014
Bund 33 Art Center
33 Sichuan Zhong Lu Shanghai
Opposti è il risultato dei due mesi di residenza trascorsi a Shanghai, presso la School of Design della East China Normal University, dagli artisti italiani Alessandro Dandini de Sylva, Chiara Principe ed Elisa Strinna, vincitori della seconda edizione del Premio Shanghai - residenze per artisti italiani e cinesi emergenti.
I lavori proposti dai tre artisti affrontano vari aspetti della Cina contemporanea attraverso ricerche e pratiche diverse, generate da concetti in opposizione come antico e moderno, complesso e semplice, pieno e vuoto, visibile e invisibile. Se nella cultura occidentale la natura di tali concetti è definita principalmente con la contrapposizione, nella cultura orientale gli opposti sono tra loro complementari e la loro identità, in continua trasformazione, si stabilisce attraverso dinamiche di compenetrazione.
Con i loro progetti, Alessandro Dandini de Sylva, Chiara Principe ed Elisa Strinna riflettono sulle trasformazioni che la modernità ha prodotto e continua a produrre nella cultura cinese. Le opere in mostra restituiscono un breve ma intenso sguardo sulla società cinese contemporanea, esplorando il confine tra due culture che, da sempre percepito come una divisione netta, assume oggi le sembianze di una progressiva intersezione Consulta la brochure.
Cancellazione del paesaggio
Il lavoro di Alessandro Dandini de Sylva ricerca nel paesaggio le tracce dei temi del potere e del controllo, scoprendo gli angoli più contraddittori della condizione cinese. La cancellazione del paesaggio viene declinata come metafora della limitazione del campo visivo, come costante ridefinizione del visibile, come tentativo di perfezione del modello isolato dal contesto. Le fotografie in mostra intrecciano differenti livelli di lettura offrendo al visitatore un’esperienza di riflessione. L’artista affronta il paesaggio non come genere artistico ma come mezzo per la costruzione di un senso.
Il saggio non accumula
Il lavoro di Chiara Principe è ispirato al Tao te Ching di Lao Tzu, uno dei libri cardine della tradizione culturale cinese. Rifacendosi all’ultimo capitoletto, dal quale prende il nome, l’opera vuole creare un collegamento tra eredità culturale cinese e una indiscussa tendenza all’accumulo e all’individualismo sviluppata solo in epoche recenti. A tal fine si instaura un processo di decostruzione, standardizzazione ed accumulo che identifica l’ideogramma quale mezzo e metafora dello sviluppo culturale cinese, attraverso cui l’artista si interroga sui risvolti culturali dei sistemi socio-economici moderni.
Le mutevoli nature dell’identico
Il lavoro di Elisa Strinna investiga in particolare le dicotomie tra naturale ed artificiale, antico e moderno, forma e contenuto. Una serie di pelli in silicone, ottenute attraverso il calco di riproduzioni di animali sacri ed elementi vegetali tipici dell’iconografia cinese, vanno a comporre un paesaggio ispirato alla pittura antica, ma i cui soggetti perdono consistenza. Le pelli-calco diventano simulacri rappresentativi di un approccio al mondo della natura proprio dell’epoca contemporanea. L'elemento naturale perde il suo carattere magico per diventare oggetto funzionale ad un sistema di produzione.
Il Premio Shanghai è un concorso promosso da Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo (MiBACT) – Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee (PaBAAC) / Servizio architettura e arte contemporanee, Ministero degli Affari Esteri (MAE) – Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese (DGSP) / Ufficio IV, Istituto Italiano di Cultura, Sezione di Shanghai (IIC Shanghai) e Istituto Garuzzo per le Arti Visive (IGAV).
OPPOSTI
La mostra dei vincitori italiani della seconda edizione del Premio Shanghai
All'opening oltre 300 persone e il console Stefano Beltrame
Dal 18 aprile al 17 maggio 2014
Bund 33 Art Center
33 Sichuan Zhong Lu Shanghai
Opposti è il risultato dei due mesi di residenza trascorsi a Shanghai, presso la School of Design della East China Normal University, dagli artisti italiani Alessandro Dandini de Sylva, Chiara Principe ed Elisa Strinna, vincitori della seconda edizione del Premio Shanghai - residenze per artisti italiani e cinesi emergenti.
I lavori proposti dai tre artisti affrontano vari aspetti della Cina contemporanea attraverso ricerche e pratiche diverse, generate da concetti in opposizione come antico e moderno, complesso e semplice, pieno e vuoto, visibile e invisibile. Se nella cultura occidentale la natura di tali concetti è definita principalmente con la contrapposizione, nella cultura orientale gli opposti sono tra loro complementari e la loro identità, in continua trasformazione, si stabilisce attraverso dinamiche di compenetrazione.
Con i loro progetti, Alessandro Dandini de Sylva, Chiara Principe ed Elisa Strinna riflettono sulle trasformazioni che la modernità ha prodotto e continua a produrre nella cultura cinese. Le opere in mostra restituiscono un breve ma intenso sguardo sulla società cinese contemporanea, esplorando il confine tra due culture che, da sempre percepito come una divisione netta, assume oggi le sembianze di una progressiva intersezione Consulta la brochure.
Cancellazione del paesaggio
Il lavoro di Alessandro Dandini de Sylva ricerca nel paesaggio le tracce dei temi del potere e del controllo, scoprendo gli angoli più contraddittori della condizione cinese. La cancellazione del paesaggio viene declinata come metafora della limitazione del campo visivo, come costante ridefinizione del visibile, come tentativo di perfezione del modello isolato dal contesto. Le fotografie in mostra intrecciano differenti livelli di lettura offrendo al visitatore un’esperienza di riflessione. L’artista affronta il paesaggio non come genere artistico ma come mezzo per la costruzione di un senso.
Il saggio non accumula
Il lavoro di Chiara Principe è ispirato al Tao te Ching di Lao Tzu, uno dei libri cardine della tradizione culturale cinese. Rifacendosi all’ultimo capitoletto, dal quale prende il nome, l’opera vuole creare un collegamento tra eredità culturale cinese e una indiscussa tendenza all’accumulo e all’individualismo sviluppata solo in epoche recenti. A tal fine si instaura un processo di decostruzione, standardizzazione ed accumulo che identifica l’ideogramma quale mezzo e metafora dello sviluppo culturale cinese, attraverso cui l’artista si interroga sui risvolti culturali dei sistemi socio-economici moderni.
Le mutevoli nature dell’identico
Il lavoro di Elisa Strinna investiga in particolare le dicotomie tra naturale ed artificiale, antico e moderno, forma e contenuto. Una serie di pelli in silicone, ottenute attraverso il calco di riproduzioni di animali sacri ed elementi vegetali tipici dell’iconografia cinese, vanno a comporre un paesaggio ispirato alla pittura antica, ma i cui soggetti perdono consistenza. Le pelli-calco diventano simulacri rappresentativi di un approccio al mondo della natura proprio dell’epoca contemporanea. L'elemento naturale perde il suo carattere magico per diventare oggetto funzionale ad un sistema di produzione.
Il Premio Shanghai è un concorso promosso da Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo (MiBACT) – Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee (PaBAAC) / Servizio architettura e arte contemporanee, Ministero degli Affari Esteri (MAE) – Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese (DGSP) / Ufficio IV, Istituto Italiano di Cultura, Sezione di Shanghai (IIC Shanghai) e Istituto Garuzzo per le Arti Visive (IGAV).