La casa nella valigia e Viktoria

Dall' Ucraina:in fuga

Artisti

Salvatore Laporta, Sophie Anne Herin

Location
Dal 09/04/2022 al 31/05/2022
Dall'Ucraina:in fuga: Saluzzo - Cuneo, La Castiglia di Saluzzo
Dal 09/04/2022 al 31/05/2022
Dall'Ucraina:in fuga -Inaugurazione: Saluzzo - Cuneo, La Castiglia di Saluzzo
Dal 09/04/2022 al 10/04/2022
Presentazione VI Edizione START/SALUZZO: Saluzzo - Cuneo, Il Quartiere Piazza Montebello 1
Allegati
Dall' Ucraina:in fuga

Questo è l'anno in cui avremmo finalmente sperato di dimenticare un poco la consapevolezza per la fragilità del corpo, tornando a sorridere e a sorriderci, senza diaframmi; invece, in un tempo risibile, il terrore del contagio ha ceduto il posto alla guerra, una piaga infernale che nessuno avrebbe mai immaginato potesse accadere in Europa, ad un passo da noi, al di là di pochi, labili confini. L'invasione dell'Ucraina rappresenta, come ogni guerra, un atto di violenza perpetrato anzitutto ai danni della popolazione civile, bambini, donne e uomini costretti, da un giorno all'altro, a pensare l'impensabile, ad assistere al disfacimento di ogni sicurezza, a temere costantemente per la propria sussistenza e la vita. L'esodo diviene condizione forzata e necessaria, abbandonare ogni cosa per trovare scampo in una altrove sconosciuto. Le fotografie di Salvatore Laporta raccontano di un popolo violentato dalla guerra e obbligato alla fuga, nell'istante di uno arrivo oltreconfine, giocattoli, coperte e qualche ricordo: poche e semplici cose costrette in una valigia per ricordare la propria terra, per tenere strette a sé le proprie radici. Il fotoreporter ha viaggiato lungo molteplici rotte e testimoniato l'ingresso dei profughi ucraini attraverso differenti confini: nella somiglianza, nell'analogia tra le diverse immagini, uguali in tutto e per tutto a quelle che quotidianamente campeggiano nelle prime pagine dei giornali, si avverte la tragedia collettiva, e in un momento, il volto di ogni singolo individuo contiene e compendia la disperazione di un’intera comunità. Il progetto fotografico di Sophie Anne Herin, qui presentato come videoinstallazione, riflette in forma non lineare su una storia privata, un dramma che ha segnato la vita della sua protagonista, Viktoria, giovane ragazza ucraina che lascia il proprio Paese dopo essere rimasta vedova. In Italia Viktoria incontra un futuro ancora peggiore, un tempo nuovo più devastante del precedente, di sfruttamento prima e di violenza domestica poi. Viktoria riesce in qualche modo a liberarsene: quello che le resta, per fortuna, è un nuovo inizio insieme ai suoi figli. È a questo punto della storia che Sophie la incontra, e decide di affrontare insieme a Viktoria il viaggio di ritorno verso il Paese in cui ha lasciato le sue radici, l'Ucraina, “documentando” quel percorso verso l'origine, verso la terra che le si agita nelle viscere, per potersi forse riappacificare e per raccontarla ai suoi bambini. La mostra riunisce due prospettive estremamente differenti, nel tentativo di costruire un movimento doppio, binario, di andata e ritorno, mescolando insieme Storia e storia, sciagura collettiva e dramma privato, macro narrazione e intimità, versioni diverse di uno stesso, immenso, dolore. Lo sguardo di Salvatore Laporta è una finestra sul presente, ritratti di una partenza obbligata di chi non può scommettere sul tempo del proprio rimpatrio; la luce è fredda, livida, lo sfondo sempre scarno, precario. Sophie Anne Herin abita invece il ventre della memoria, dove il filo del reale si mescola a quello dell'immaginazione, per produrre il ricordo. La patina sanguigna che avvolge le immagini restituisce il senso di un legame che è parte di ciascuno di noi, un nodo inestricabile che ci unisce al mondo.